Birra vs Vino. Come dire una vera sfida tra titani. Se il vino, infatti, costituisce un vero e proprio patrimonio culturale e storico, oltre che enogastronomico, è vero che anche la birra ne rappresenta un altro altrettanto potente. E se l’Italia è il Paese del vino per eccellenza, la birra negli ultimi anni non fa che guadagnare posizioni. E allora entriamo nella sfida!
Birra vs vino: due mondi a confronto
Uva vs Orzo. Le infinite varietà di uva si scontrano con il malto d’orzo e le sue varietà. In questo caso il vino la fa da padrone, visto che i vitigni utilizzati per la sua produzione sono caratterizzati da un’enorme varietà, con qualità estremamente variegate e versatili. Sull’altro fronte, quello brassicolo, si schierano le grandi famiglie di birre:
- Lager
- Pils
- Ale.
Si impongono principalmente per le modalità di produzione che per la varietà di materie prime utilizzate. Un’altra discriminante tra queste due preziose bevande, poi, è costituita dalla sostanziale riproducibilità della birra, di qualsiasi tipo, in qualsiasi ambito geografico e produttivo. Il vino, al contrario, rimane maggiormente legato al vitigno da cui è originato e, quindi, al territorio di cui è espressione diretta.
Birra vs vino: le caratteristiche
I polifenoli contenuti dal vino e dalla birra contribuiscono senz’altro a favorire funzionalità organiche: cambia solo il quantitativo contenuto. Ogni vino dipende in primis da un vitigno, ogni birra da una ricetta, e quindi dall’armonia raggiunta tra i diversi ingredienti utilizzati. Senza dubbio, invece, le due “bevande” hanno, entrambe, numerose caratteristiche importanti sotto l’aspetto della salute e del benessere fisico. A patto di rimanere nel range di una assunzione priva di eccessi.
Sono indubbi i benefici di entrambe le bevande sono in grado di apportare, non ultimi quelli che riguardano:
- l’invecchiamento organico
- la cardiocircolazione
- i livelli di colesterolo.
Tanto per indicarne qualcuno.
Birra vs vino: birra, un fenomeno in crescita
Va detto, però, che l’Italia, per eccellenza un vero e proprio paradiso enologico, vede da tempo avanzare l’apprezzamento nei confronti della birra, e non solo nell’accostarsi a standard di altri Paesi, ma anche nel senso dell’innovazione e della sperimentazione. Anche da noi il concetto di artigianalità della birra, un passo dopo l’altro, sta conquistando posizioni presso l’opinione pubblica. E quindi consente una maggiore possibilità di raffronto tra prodotti del luppolo e dell’orzo con quelli dell’uva.
Probabilmente il vero gap tra vino e birra intesa nella sua migliore versione sta nella forte e pronunciata potenza che il primo può vantare sotto tutti gli aspetti della degustazione. Il vino, decisamente, implica un’esperienza sensoriale di vastissima portata: dal gusto all’olfatto, con buona pace della vista. La birra può garantire simili esperienze solo nelle sue più nobili e sopraffine versioni.
Tirando le somme, e dando per scontato che il gusto individuale è – pur sempre – l’unica discriminante davvero valida in una celta – possiamo dire che il vino mantiene la sua preminenza gustativa e culturale. Ma la birra si può porre come ottimo contraltare. Affermandosi con forza laddove è diventata e sta diventando sempre più una eccellenza. Le cose quindi stanno cambiando in base a quello che vediamo nel nostro paese. Sei d’accordo con noi? Pare che il vino non abbia più il solito primato!
Birra vs vino: tra sommelier e chef stellati
Una dimostrazione concreta? Sapevi che la figura del sommelier di birra è una realtà che si va affermando anche da noi? A testimonianza dei passi da gigante che la bevanda va compiendo, tra cui annoveriamo anche l’ingresso della birra artigianale nei ristoranti di chef stellati e nelle loro più squisite ricette.
È nata così, anche in Italia, la professione del beer sommelier: un professionista profondo conoscitore della birra, in grado di valutare e consigliare in qualsiasi occasione. Sulla scia di quanto fatto, fin dal 1895, dall’Istituto Doemens, in Baviera. Che oggi è attiva qui in Italia sotto la direzione di Stefan Grauvogl, e che rappresenta non solo la possibilità di dare spazio e spessore a una passione, ma anche di offrire opportunità di lavoro.
A fronte di una richiesta di personale competente e qualificato che sta segnando una decisa crescita! Così, i corsi di formazione consentono di approcciare la tecnologia di produzione, tecnica e igiene della mescita, accanto alla formazione tecnica e alla degustazione. Senza escludere il tirocinio pratico. Tra le professionalità di questo profilo, spicca tra l’altro la capacità di consigliare tipi e varietà di birre in relazione alle loro qualità e capacità di abbinamento gastronomiche. E quella di costituire un punto di riferimento per i birrifici stessi. Come? In qualità di degustatore, ruolo fondamentale perché consente a queste realtà di individuare pregi e difetti dei loro prodotti.
Il nostro birrificio
È questa una strada caldeggiata anche dal Birrifico San Biagio, che da 15 anni ormai è caratterizzato da una produzione brassicola d’eccellenza, all’interno di una realtà che fa della tradizione trappista e della qualità dei prodotti i suoi fiori all’occhiello. La sua attività, incentrata sulla professionalità di Giovanni Rodolfi, la cui mission birraria si è sposata con quella del progetto San Biagio. Il tutto nel cuore verde dell’Umbria, in una location d’eccezione: un antico Monastero, un Parco naturale di incomparabile bellezza.
Qui, poca distanza da Nocera Umbra, nota per le sue straordinarie sorgenti, sorge il Microbirrificio San Biagio. Che si propone con le suebirre artigianali, rigorosamente crude, non filtrate, non pastorizzate e rifermentate in bottiglia, e caratterizzate da ricette di straordinario valore, che utilizzano al meglio ingredienti in gran parte prodotti in loco e secondo criteri biologici e sostenibili. Senza tralasciare la qualità delle procedure, che riconducono a quelle utilizzate dalla centenaria tradizione monastica, attraverso la quale la birra si è diffusa anticamente nel nostro Paese.
Abbiamo visto insieme, in questo modo, come prendere in considerazione la questione birra vs vino. Riconoscendo alla prima bevanda un primato storico, culturale e gustativo, ma in un contesto in cui la birra – nel suo aspetto migliore – può tranquillamente ritagliarsi, e con onore, il suo meritato spazio. Del resto, una non esclude l’altra. Quindi, è il caso di dirlo, vai a tutta Birra! A presto con un altro articolo!
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