Birra come fertilizzante: consigli per orto e giardino

birra come fertilizzante

Buona da bere, gustare in tutte le sue infinite e sorprendenti versioni. Ottimo ingrediente da utilizzare in cucina, oltre che in ottimi abbinamento con piatti e cibi. Toccasana per la salute. Ma non è finita qui. La birra come fertilizzante è un vero e proprio asso nella manica. L’idea di utilizzare una delle nostre San Biagio come fertilizzante ci fa stringere un po’ il cuore, ma anche l’idea di sprecarne anche solo un goccio ci disturba, quindi ti proponiamo di usare i fondi di bottiglia residui per dare nuova vita al tuo giardino. Vediamo come!

Birra col pollice verde

Forse non sapevi che la birra e i suoi componenti possono rappresentare un ottimo fertilizzante per il tuo giardino o per le coltivazioni del tuo orto. Come dicevamo, noi di birra San Biagio amiamo la birra artigianale e non ci sogneremmo mai di sprecare una delle nostre birre del cuore come fertilizzante, ma avendo molto a cuore la salvaguardia dell’ambiente, pensiamo che utilizzare fertilizzanti naturali, come la birra sia assolutamente da promuovere.

Birra come fertilizzante: lievito di birra

Il lievito di birra, per prima cosa, ingrediente fondamentale per la preparazione di questa bevanda, è un ottimo fertilizzante. Per questo motivo, quantitativi moderati di birra possono contribuire alla crescita rigogliosa delle piante. Inoltre, l’uso della birra per il giardinaggio si rivela utile anche per rinforzare e rendere più belli i fiori, visto che su di essi esercita una funzione di antiparassitario naturale. Un modo senz’altro migliore del ricorrere a prodotti chimici per svolgere le stesse azioni.

Birra come fertilizzante: come creare un concimante

Per creare un ottimo concimante procurati una tazza di sale inglese, una tazza di ammoniaca, due tazze d’acqua e il quantitativo di birra presente in una lattina. Una volta mescolati questi elementi, versa il contenuto intorno alla pianta utilizzando un annaffiatoio o uno spruzzino. Le tue piante cresceranno più forti e al riparo da malattie parassitarie grazie al potere che la birra ha di rafforzarne le radici.

E non dimenticare di passare la birra sulle foglie delle piante, così da renderle più lucenti, e di aggiungere lievito di birra nell’acqua con cui annaffi le rose, in modo tale da aumentarne la formazione dei boccioli. Un bicchiere di birra al mese, poi, fa molto bene ai gerani da balcone, che crescono così più rigogliosi.

Birra come fertilizzante: la mentalità bio di San Biagio

Questi accorgimenti, l’uso di materiali e di rimedi naturali per coltivare piante e fiori, non sono estranei alla mentalità che anima l’attività dell’azienda agricola del Monastero di San Biagio. Si tratta infatti di un’Azienda Agrituristica – La Tavola dei Cavalieri – certificata Biologica. Una realtà inserita in una tenuta di 50 ettari, che comprende anche il Birrificio San Biagio.

Un’antica canonica ristrutturata, e il vecchio rimessaggio agricolo che diventa la sede operativa del Birrificio. Che rievoca in maniera suggestiva e affascinante la storia e la cultura dei monasteri, che furono veri e propri “templi” della produzione brassicola. E dove, dopo alcuni anni di sperimentazione con l’uso dei paioli in rame, fu acquistato l’impianto per la produzione birraria.

Una struttura dedicata al km zero

Il complesso di San Biagio, situato in località Lanciano, a distanza di pochi chilometri da Nocera Umbra, risale al 1333. Qui si producono alcune tra le migliori birre artigianali italiane, partendo proprio dalla produzione di alcuni ingredienti naturali, coltivati secondo criteri il più naturali possibile. Come l’orzo, ingrediente principe della birra. E con una sorgente della rinomata acqua della zona a poca distanza. L’azienda comprende un ristorante, la cui attività e proposta è incentrata su bontà biologiche e a km zero.

Infatti, i piatti che arrivano in tavola sono tutti preparati con prodotti coltivati nei terreni della tenuta, come le carni provenienti dall’allevamento condotto “allo stato brado”. Tutti questi aspetti costituiscono un unicum in cui ambiente, storia, tradizioni e sistema produttivo interagiscono nella maniera migliore. Grazie anche a una filosofia che spinge le coltivazioni, presenti nei terreni circostanti, e gli allevamenti, a prosperare in maniera virtuosa, all’interno di un’agricoltura ecosostenibile.

L’alta qualità distingue ogni elemento: dalla pasta fatta in casa al pane, dai formaggi ai salumi, fino alla birra naturalmente! Non mancano nemmeno gli aperitivi biologici, magari serviti a bordo piscina.

Per gli appassionati, poi, ci sono i corsi esperienziali pratici, con cui imparare tutti i segreti e le arti della tradizione culinaria contadina: dalla sfoglia ai ravioli, passando per tutti i trucchi per preparare la pasta fatta in casa.

Nell’agriturismo, dall’antico fienile sono state ricavate stanze doppie con muri in pietra, travi a vista e mobilia d’epoca. Il vecchio granaio, invece, è stato ricavato un appartamento molto ampio, con due camere da letto, ognuna dotata di bagno privato, armadi e scrittoio.

Un’oasi di relax

Tutt’intorno ettari di bosco secolare, e l’incantato verde del Parco Naturale del Monte Subasio.

Un sistema articolato, occasione per evadere dal caos della vita cittadina, ritemprandosi e rinnovando il rapporto del sé con la natura, il buon cibo e il buon bere.

Birre di tradizione monastica

Dal canto loro, le birre che escono dal Birrificio San Biagio sono frutto di una procedura che ripercorre tutte le fasi utilizzate dagli antichi mastri birrai della tradizione monastica. Nella sala cottura si susseguono le fasi di ammostamento, filtrazione, ebollizione – con aggiunta del luppolo –, e whirlpool – operazione di rotazione e quindi di chiarificazione del mosto. Quest’ultimo, poi, viene immenso nei fermentori chiusi, da dove poi passerà all’imbottigliamento previa aggiunta di zuccheri.

È in bottiglia, infatti, che si avvia la rifermentazione (la “presa di spuma”). Naturalmente, ci sarà poi l’etichettatura prima che le bottiglie siano pronte per partire. Il microbirrificio produce così in media tra le 200 e le 250 mila bottiglie all’anno. In formato da 75, 50 e 33 cl. E ci sono anche le bottiglie Magnum e i fusti da 20 litri. E poi saranno reperibili, oltre al birrificio, nelle birrerie fornite di prodotti artigianali, nei ristoranti.

Ecco che, partendo dal tema della birra come fertilizzante abbiamo fatto insieme un viaggio fino alla verde Umbria, al Monte Subasio e all’antico Monastero di San Biagio. Un luogo dove la birra è davvero un prodotto di culto, e il riflesso pieno di una cultura. Beh, che aspetti? Stai pensando di fare un viaggetto e un soggiorno da quelle parti? Ti vedi già ritemprarti tra aria buona, cibo squisito, tranquillità… e un ottimo bicchiere di birra artigianale Monasta doppio malto?

Ah, ma non c’è solo quella, potrai avere una vasta scelta! Ci sono anche la Aurum, la Verbum, la Gaudens, la Ambar, le Apa, quella chiara e quella scura, la Patos alle ciliegie. Ah, dimenticavo, anche la Noel, se dovessi capitare da quelle parti nel periodo natalizio